Quando e quanto irrigare il prato in estate

La manutenzione del giardino durante l’estate è tutt’altro che semplice: in questo approfondimento proviamo a capire quando e quanto irrigare il prato durante la stagione calda.

Uno dei dubbi più comuni di chi ha appena creato il proprio angolo verde è quando e per quanto tempo irrigare il prato. Questo perché il desiderio è quello di ottenere un prato ben curato e in salute. E il discorso si fa decisamente complicato in estate, quando le temperature elevate e le scarse precipitazioni costringono ad una cura straordinaria del proprio giardino. Vediamo insieme alcune regole generali per capire quando e per quanto tempo dobbiamo irrigare il prato durante l’estate.

Quando irrigare il prato in estate

Una regola generale da applicare soprattutto in estate è quella di annaffiare il prato con le prime luci dell’alba (entro una o due ore dopo). In questo momento della giornata l’acqua riesce a penetrare nel suolo senza disperdersi a causa dell’evaporazione generata delle alte temperature, e le foglie d’erba si asciugano rapidamente man a mano che la giornata si avvia verso le ore più calde.

Soprattutto in estate le annaffiature notturne o serali sono da evitare, perché un manto erboso umido per un periodo prolungato ha più possibilità di sviluppare malattie fungine.

Per quanto tempo irrigare

Per determinare quanta acqua occorra al prato bisogna prendere in considerazione tre fattori:

  • La stagione;
  • il tipo di terreno;
  • tipo di irrigatore.

È importante conoscere la natura del terreno sul quale posa il prato perché essa determina i tempi di assorbimento dell’acqua.

Un terreno sabbioso, infatti, si asciuga velocemente e di conseguenza è molto drenante e l’acqua si assorbe velocemente.

Viceversa, un terreno argilloso trattiene l’acqua, asciugandosi lentamente richiederà un minore apporto d’acqua o una minor frequenza nell’irrigazione.

Solitamente la quantità consigliata d’acqua è di 5lt per mq ogni 2, 3 giorni. Ma in presenza di temperature molto calde o di giornate ventose, che fanno evaporare l’acqua rapidamente, l’apporto idrico va aumentato.

Questo dato tiene in considerazione della cosiddetta “evapotraspirazione” del terreno. Ovvero il consumo di acqua dovuto all’assorbimento della pianta, alla traspirazione del terreno e all’evaporazione dell’acqua.

Contrariamente a quanto si crede, irrigare spesso può essere controproducente; in questo modo infatti i fili d’erba non sviluppano radici profonde. Occorre quindi far asciugare molte bene il tappeto erboso tra i turni di irrigazione facendo lunghe pause da 2 a 5 giorni. In questo modo si riduce il rischio di malattie fungine.

Anche il tipo di impianto per l’irrigazione che può determinare i tempi di durata. Gli irrigatori statici, ad esempio, ideali per piccole aree o per l’irrigazione residenziale, irrigano contemporaneamente tutto l’arco impostato, quindi i tempi di irrigazione saranno minori. Gli irrigatori dinamici, invece, ruotando impiegano più tempo per coprire l’arco impostato necessitando quindi di tempi maggiori.

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